All’ombra del melograno, Tariq Alì

Londra - Un cupo fondamentalismo si aggira per il mondo. Condanna al patibolo chi critica il suo dio, brucia nelle piazze i libri degli eretici, combatte guerre di conquista contro popoli infedeli. La religione che si macchia di tali misfatti è quella cristiana. La religione che ne diventa vittima è quella musulmana. Siamo nella Spagna del 1499, sul finire della dominazione islamica per mano dell' impero di Isabella. un conflitto apparentemente rovesciato rispetto a quello che, secondo gli storici neocon, oggi minaccia la civiltà cristiana. Narra una tragedia realmente accaduta cinque secoli or sono, attraverso gli occhi di personaggi della fantasia: una famiglia di aristocratici musulmani, che rischia di scomparire fra le fiamme dell' intolleranza insieme a due milioni di libri di matematica, scienza, astronomia, filosofia, gettati al rogo solo perché scritti nella lingua del Corano. Il capitano delle guardie di Isabella che pugnala l' ultimo erede della famiglia musulmana, tuttavia, ha un nome autentico: Cortès. Lo incontreremo di nuovo alla fine della storia, dall' altra parte della terra, a Tenochtitlan, odierna Città del Messico, dove Montezuma si prepara ingenuamente a dare il benvenuto agli spagnoli, senza immaginare cosa lo aspetta. Questa è la trama di All' ombra del melograno, il secondo romanzo dello scrittore anglo-pakistano Tariq Ali tradotto in Italia (dove lo pubblica in questi giorni Baldini & Castoldi), dopo Il sultano di Palermo